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Mostra Mitarotonda, prorogata chiusura al 27 ottobre 2013

Sarà prorogata di una settimana, fino a tutto il 27 ottobre prossimo, la durata della mostra antologica "Matera nelle Maioliche di Mitarotonda", del ceramista materano Peppino Mitarotonda, in corso a Matera nei locali dell'Ex Ospedale di S. Rocco, in piazza S. Giovanni, nel centro storico del capoluogo lucano. Lo ha deciso il comitato organizzatore dell'evento culturale, venendo incontro a numerose richieste pervenute sia da cittadini materani, sia dagli ospiti che converranno nella Città dei Sassi nei prossimi giorni, per partecipare a concomitanti iniziative culturali e accademiche.

"Accogliamo con enorme piacere la richiesta" - dichiara Nicola Rizzi, curatore dell'evento - "perché coglie esattamente lo spirito della nostra iniziativa: la celebrazione di un artista - artigiano di questa terra, che attraverso la produzione di pregiate maioliche è assurto al ruolo di cronista privilegiato dei fatti più importanti della nostra storia".

Durante le prime settimane dell'esposizione, che ha aperto i battenti lo scorso 21 settembre, numerose sono state le attestazioni di stima e apprezzamento verso il prolifico artista da parte di un pubblico numeroso e attento. Le persone che hanno animato i locali della mostra hanno saputo cogliere nel dettaglio i particolari minuziosi dell'arte di Mitarotonda, riconoscendo nei suoi segni artistici, momenti e situazioni spesso molto familiari. 

L'esposizione comprende più di 60 maioliche istoriate tra cui pannelli, tondi,  lumi e altre forme, provenienti dal laboratorio dell'artista e da privati. La mostra si articola in quattro sezioni: "Matera e la sua storia" con 21 opere; "Matera in festa" con 14 opere; "Matera oltre il mito della memoria" con 19 opere; "C'era una volta Matera" con 8 opere.

La mostra è aperta tutti i giorni escluso il lunedì, dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle 18:00 alle 21:00. L'ingresso è libero (www.giuseppemitarotonda.it).  

Chi è Giuseppe Mitarotonda

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Giuseppe Mitarotonda è nato a Matera il 7 aprile 1939. Dopo una breve esperienza nel campo del design industriale ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera. Rientrato a Matera, ha aperto un suo laboratorio nel quale ha sperimentato varie tecniche operative privilegiando infine il mosaico, le vetrate e soprattutto la ceramica. Intensa è stata in questo campo la sua collaborazione con José Ortega durante il soggiorno dell'artista spagnolo nella città dei Sassi. Mitarotonda può essere definito un cronista per immagini della storia della sua città e delle tradizioni popolari lucane che egli cerca di recuperare e divulgare con un innesto di gioiosa e personalissima fantasia.

Testimonianza di Giuseppe Appella

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Il lavoro di Peppino Mitarotonda, nella bottega in Contrada Serritello La Valle di Matera, è l'esempio più lampante di come la tradizione, a contatto con l'arte contemporanea, possa rinnovarsi senza tradire l'identità personale e dei luoghi in cui strumenti, materiali e tecniche riscrivono una espressione millenaria come la ceramica.

La lunga militanza, fianco a fianco, di Peppino Mitarotonda con José Ortega, Mino Maccari, Pietro Consagra, Andrea Cascella, Jorg Neitzert, Assadour, Henri Goetz, Dadamaino, ha portato a nuovi metodi di lavorazione, dalla foggiatura al tornio ai pigmenti e ai coloranti, ma soprattutto a inedite forme di decorazione, possibile solo con la libertà propria degli artisti a contatto con artigiani di talento come Mitarotonda. I risultati sono evidenti nei grandi cicli decorativi dedicati alla storia di Matera (in cui l'esperienza e la conoscenza visiva mantengono un forte elemento letterale) o nei presepi (che sviluppano le caratteristiche di movimento, tono, intervallo, posizioni, colori e relazioni tra le superfici). Gli uni e gli altri hanno meritato l'attenzione di un editore raffinato come Vanni Scheiwiller.


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Testimonianza di Enzo Contillo

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Ceramista materano, Peppino Mitarotonda aveva allestito, nel 1960, la sua "bottega" nella contrada "La Vaglia", sulla strada statale per Altamura e, assicurandosi il dialogo con artisti come José Ortega, Pietro Consagra, Mira D'Ercole, Lucio del Pezzo e Luigi Guerricchio, metteva il suo laboratorio a disposizione di Mino Maccari, Andrea Cascella e Neitzer.

Il suo protagonismo, silenzioso e umile, sovrastando ogni primordiale struttura artigianale, oggi lo colloca, per le sue idee e i suoi progetti ceramoplastici, tra i più prestigiosi operatori dell'area meridionale. Le sue cronache, schivando le generiche abilità decorative, traggono motivazioni e sostanza dalle vicende materane che egli realizza e riassume con stesure di stupenda dimensione di memoria e di personale e formale equilibrio, nei soggetti sacrali come nei temi di vita quotidiana, sparsi in numerosi ambienti pubblici e privati, Mosaici, bassorilievi, vetrate, testimoniano l'inconfondibile arcaicità e modernità dei suoi argomenti preferiti.

Finissime e lineari sono le superfici decorative e le trame delle figurazioni narrative. Sono scene campestri assolate, di ogni stagione; riti paesani e memorabili fatti che percorrono epoche e ritmi delle civiltà mediterranee, dalla bizantina all'araba, dalla sveva all'angioina e aragonese, nel mitico respiro dei progenitori che li nutrirono.

Nel particolare segno cromatico critico e descrittivo, Mitarotonda accentua le cadenze della civiltà lucana, come di chi è certo di chiamarsi anche "poeta" delle vicissitudini della sua gente.


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